venerdì 8 novembre 2013

Intervista a Roberto Jonghi Lavarini

Intervistiamo Roberto Jonghi Lavarini (41 anni, noto esponente della destra milanese, opinionista radio televisivo, ex dirigente del MSI e di AN, già presidente della zona Porta Venezia): uno "politicamente scorretto e senza tanti peli sulla lingua".

 

Milano, 7 novembre 2013

 

 

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D (domanda) – R (risposta)

D - Ti abbiamo sentito alla Zanzara sotto il fuoco incrociato di Cruciani e Parenzo…

R - Si, è un bel ring anche se alla radio è impossibile spiegare bene i concetti, difendersi e replicare. Mi dispiace solo essere stato obbligato a parlare solo del passato e non del presente, tantomeno del futuro. Comunque, sia chiaro: non mi vergogno affatto delle mie idee e non ho certo paura di esprimerle liberamente. Io non rinnego nulla e non mi tiro indietro davanti ad una sfida. Il mio giudizio storico sul Fascismo e Mussolini rimane assolutamente positivo. Anzi, a dirla tutta, di fronte alla attuale crisi dell’occidente, causata dalle speculazioni della plutocrazia internazionale, incomincio anche a capire ed a rivalutare certe scelte politiche ed economiche della Germania Nazional-Socialista. La storia del secolo scorso è tutta da riscrivere...

D - Ti abbiamo anche letto sui giornali parlare di Grillini e Lepenisti…

R - Ho semplicemente riportato dei fatti assolutamente noti: Marine Le Pen, in vista delle prossime elezioni europee del 2014, vuole giustamente costituire un fronte europeo dei popoli e delle nazioni, e, attraverso tutta una serie di contatti ed incontri,  cerca degli interlocutori affidabili anche in Italia. Mi hanno però assicurato, dalla sua segreteria politica, che non vi è e non vi sarà  mai alcun accordo con il Movimento 5 Stelle. Ad oggi, quindi, gli unici referenti ufficiali del Front National francese, rimangono solo la Fiamma Tricolore e La Destra che, non a caso, hanno ripreso ed accelerato il processo di riunificazione della destra sociale italiana.

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D - Infatti, sabato sarai a Roma alla rifondazione di AN lanciata da Storace…

R - Quella di riesumare la vecchia Alleanza Nazionale è evidentemente solo una provocazione politica, rivolta soprattutto agli amministratori della omonima fondazione (che gestisce il patrimonio del MSI) ed ai Fratelli d’Italia: l’obbiettivo è, finalmente, quello di riunire, rinnovare e rilanciare la destra italiana, partendo dall’appello lanciato, a suo tempo, da Marcello Veneziani e dal  progetto Itaca. Urge un nuovo movimento anti-mondialista che difenda veramente l’identità, la sovranità, i sacrosanti interessi del nostro popolo e della nostra nazione. Bisogna fare massa critica, voltare pagina, chiudere con vecchi rancori e polemiche. Su questa strada obbligata (non solo dallo sbarramento elettorale del 4%), i nostri primi e naturali interlocutori non possono che essere gli amici di Officina per l’Italia.

D - Veniamo a Milano, quale è il tuo commento sul Far West di Quarto Oggiaro?

R - Conosco bene quel quartiere difficile e, durante la campagne elettorali, in mezzo a centinaia di cittadini assolutamente perbene, ho incrociato anche diversi pregiudicati, alcuni dei quali cercavano veramente di cambiare vita ma non è facile. Lo stato deve fare sentire tutta la sua autorità ed autorevolezza, innanzitutto dando risposte concrete (case popolari, asili nido, spazi per i giovani, sussidi per gli anziani, istruzione e supporto al mondo del lavoro) e secondariamente con una presenza costante e visibile delle forze di polizia. Per sradicare la criminalità ed il degrado, servono “il bastone e la carota”, ovvero legge ed ordine (anche “il pugno di ferro” quando serve) ma insieme a giustizia sociale. Ma in quella zona, è giusto ricordare che ci sono anche tanti esempi positivi: parrocchie, centri sportivi, associazioni culturali e di volontariato e tanta solidarietà.

D - Quale è il tuo giudizio sui governi locali di Pisapia, Podestà e Maroni?

R - Quello sulla giunta rossa del radical-chic Pisapia è assolutamente pessimo: ha diminuito fortemente la sicurezza ed il benessere dei milanesi, tartassato famiglie e commercianti, abbandonato le periferie, difeso solo zingari e leonkavallini, riempito di consulenze e soldi pubblici i propri compagni di merende. La giunta provinciale ha lavorato benino ma, contando veramente poco, non se ne è accorto nessuno. E dalla Regione Lombardia, dopo tutte le incoraggianti promesse elettorali di cambiamento di Maroni e della sua lista civica, sinceramente, mi sarei aspettato di più, ma è ancora presto per giudicare, diamogli ancora qualche mese. La verità è che in questa crisi sistemica della democrazia, i partiti e le assemblee elettive contano sempre meno e la classe dirigente selezionata è sempre più mediocre e meno autonoma. Bisogna tornare alla grande e buona Politica, fatta con disinteresse e passione, per la propria comunità, ognuno con le proprie idee.

D - Ma quali sono le tue proposte concrete per uscire da questa grave crisi sociale?

R - Grazie della domanda, finalmente parliamo di cose concrete! Le famiglie e le imprese italiane sono soffocate dalle tasse e dalla burocrazia, non si riesce più a lavorare e, in certi casi, nemmeno a sopravvivere. E per abbassare questa vessatoria e insopportabile pressione fiscale, oltre a fare tagli (e di carrozzoni inutili e sprechi ce ne sono ancora tantissimi), bisogna rivoluzionare il sistema economico dello stato, rivedere i trattati europei, riprenderci la nostra piena sovranità monetaria, nazionalizzare la Banca  d’Italia, vietare e punire severamente le infami speculazioni dell’alta finanza privata internazionale che sono la principale causa di questa crisi.

D - Ora arriva il giochino del botta e risposta. Ad ogni nome che faccio voglio un definizione sintetica o un tuo commento veloce.

D - Erich Priebke:

R - Un soldato tedesco che ha ubbidito ad ordini superiori. Pace all’anima sua.

D - Papa Francesco:

R - Simpatico, comunicativo, nazionalpopolare ma io preferivo Benedetto XVI.

D - Silvio Berlusconi:

R - Un sincero anticomunista. Un grande uomo, con più pregi che difetti.

D - Alba Dorata:

R - Onore ai due giovani patrioti greci ammazzati dai sicari del mondialismo.

D - Primavera Araba:

R - Una tragedia. Io difendo i cristiani perseguitati ed in Siria sostengo Assad.

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7 novembre 2013 - ”Me l’ha detto l’uccellino” (libero blog) – Intervista a Roberto Jonghi Lavarini

lunedì 9 settembre 2013

Il Fronte Europeo della Tradizione a Parigi

Il Fronte Europeo della Tradizione a Parigi.
Nell'ambito della costruzione di una vera Europa, dei popoli e delle nazioni, in altenativa a quella di oggi dei burocrati e dei banchieri, il presidente del comitato Destra per Milano, Roberto Jonghi Lavarini, si è recato a Parigi dove ha avuto una serie di importanti incontri con esponenti del "Fronte della Tradizione".
Prima tappa è stata l'Abbazia medievale di San Denis, dove, insieme ad alcuni dirigenti monarchici legittimisti e rappresentanti della aristocrazia reazionaria, il "barone nero" (Walser Freiherr von Urnavas, Cavaliere dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro e Guardia d'Onore al Reale Pantheon) ha ricordato tutte le vittime della "rivoluzione francese" e gli eroi della "armata cattolica e reale di Vandea", rendendo simbolicamente omaggio al "Cuoricino del Delfino di Francia" ed alle reali tombe dei suoi genitori, Luigi XVI e Maria Antonietta, barbaramente uccisi dalla furia giacobina. 
Seconda tappa del Presidente del Comitato Destra per Milano è stata la visita, nel centro di Parigi, insieme a rappresentanti dell'Action Francaise e della fondazione intitolata al Maresciallo Petain, alla statua dorata di Santa Giovanna d'Arco (simbolo di tutta la destra nazionalista francese).
Terzo appuntamento una una Santa Messa Tradizionale in latino, presso la chiesa di San Nicola du Chardonet, gestita dalla benemerita Fraternità Sacerdotale San Pio X, fondata da S.E. Monsignor Marcel Lefebvre.
Infine vi è stato l'abbraccio con i "Fratelli Cristiani" libanesi maroniti (sostenitori del Generale Michel Aoun) e siriani antiochiei (fedeli al regime laico e nazional-socialista di Bashar El Assad) e con i rappresentanti francesi e spagnoli del Fronte Europeo per la Siria.
Tutte queste diverse anime della "destra profonda", radicale ed identitaria francese, hanno un solo e sicuro riferimento politico: il Front National di Jean Marie e Marine Le Pen. Ed è proprio con i massimi vertici del Fronte Nazionale che Jonghi ha avuto un proficuo colloquio riservato, anche in vista delle prossime elezioni europee del 2014.
Prossimo appuntamento metapolitico sarà un convegno su "Immigrazione, Identità e Cittadinanza" che si terrà a Milano, i primi di ottobre, sotto l'egida della Fondazione Europa dei Popoli, presieduta dall'eurodeputato Mario Borghezio.
 



mercoledì 3 luglio 2013

Il Conte Andrea Bertinotti.

 

 
Il Conte Andrea Boezio Bertinotti Alliata di Balangero

La nobile famiglia dei Bertinotti di Balangero
FAMIGLIA BERTINOTTI
CONTI DELL’ IMPERO D’ AUSTRIA, CONTI PALATINI, SIGNORI DI BALANGERO,
NOBILI DEL SACRO ROMANO IMPERO
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LEVANO PER ARMI: D’ORO A TRE PALI DI ROSSO, ACCOLLATO ALL’ AQUILA DELL’ IMPERO
MOTTO: SIT PRO RATIONE VOLUNTAS

La nobile famiglia Bertinotti, di rango comitale, appare senza dubbio come una delle più anticamente documentate del Piemonte. Si tratta di un cognome assai poco diffuso, riconducibile ad un unico ceppo originario che appare tra le più rilevanti famiglie del XIII secolo nelle Valli di Lanzo. L’ origine è probabilmente nel longobardo “bertha”, luminoso, passato per anaferesi nel cognome. Si tratta, peraltro, di un caso abbastanza raro: il cognome, che come appare tal quale è assai antico, è giunto incorrotto nella sua forma originaria fino a noi, esattamente come riportato nei documenti tardo medievali (Franchisie concesse comitatus et hominibus Balagerij Mathiarum et Villaenove, 1346). La prima attestazione certamente riscontrata della famiglia Bertinotti risale al XVI secolo, per la precisione al 17 del mese di giugno 1348: in quella data l’ Abate del monastero di san Mauro Pulcherada, che vantava ab immemorabili diritti sovrani sulle terre di Balangero, Mathi e Villanuova promananti da una bolla dell’ imperatore Ottone (G. Mola di Nomaglio, Feudi e Nobiltà nelle Valli dei Savoia, 2006), infeudò i diritti di Signoria, successione, dazi e terze vendite a favore di alcuni abitanti di Balangero tra i quali compare un” Antonio Bertinotti”, dietro pagamento della cifra assai considerevole di 100 soldi d’ oro pro capite ogni anno nella data di San Martino (G. Mola di Nomaglio, Feudi, cit.). La cifra era piuttosto ingente, denunciava già a metà del XIV secolo la rilevanza economica della famiglia Bertinotti. Si tratta, si badi bene, della sola famiglia Bertinotti presente in tutto il lanzese e il canavese, pertanto è da escludersi la confusione con omonimi: Bertinotti è anzi la forma ipocoristicamente deformata di Berti o Bertini, cognomi entrambi presenti nel torinese, deformazione operata plausibilmente alla metà del XIII secolo proprio per differenziare i vari ceppi. Dall’ esame dei documenti storico-familiari (G. de Longis Cristaldi, Archivi di Famiglie e di Persone, materiali per una guida, 1998), pur difettando riscontri genealogici certi per alcune carenze negli specifici registri parrocchiali nel periodo tra il 1300 e il 1500, appare abbastanza certo che quella lanzese sia il ceppo originario della famiglia Bertinotti di Cureggio (NO), il cui primo stipite genealogicamente collegato all’ istante Andrea Boezio Bertinotti è tale Giovanni Boezio Bertinotti, battezzato in Cureggio il 10 giugno 1489 e figlio di Giovanni Bertinotti e Maria Pelberti di Pietro, entrambi nativi di Balangero: il collegamento araldico-genealogico tra i Bertinotti di Cureggio ed il ceppo lanzese appare quindi incontrovertibilmente fondato ed accertato nella documentazione ecclesiastica, anche perché prima del sunnominato Giovanni Boezio il cognome Bertinotti risulta del tutto estraneo all’ areale novarese (Gli archivi della Collegiata di Borgomanero, 1907).
Proprio questo Giovanni Boezio, in data 10 marzo 1511 viene insignito da papa Giulio II della Rovere della Contea Palatina maggiore, ossia ereditabile in infinito per tutta la discendenza; contea palatina nel senso più ampio, con facoltà di legittimar bastardi (tranne quelli di stirpe reale, privilegio concesso solo al palatino del Reno), restituire in pristino le persone ingiuriate e soprattutto la facoltà, sotto l’ autorità del Pontefice, di concedere Armi e titoli nobiliari non trasmissibili (cosiddetti minori), prassi comune per i palatini Lateranensi. La concessione avvenne in seguito all’ incarico, ricoperto dallo stesso Giovanni Boezio, di gonfaloniere della Chiesa nell’ ambasciata condotta a Berna con il legato pontificio De Grassi, missione per il quale il Bertinotti mise a disposizione cavalcature e militi di scorta.
La citata disponibilità della cifra di cento soldi d’ oro fino per l’ acquisto dei diritti feudali era giustificata solo da rendite piuttosto alte, la cui origine è forse identificabile nella traccia che ci è lasciata dal consegnamento d’ armi che il duca di Savoia, Carlo Emanuele I, indisse nel 1580. La famiglia Bertinotti consegnò il proprio stemma (d’ oro a tre pali di gueules) al delegato camerale, il quale dietro il pagamento dell’ emolumento di 40 scudi d’ oro rimise al Duca la decisione circa la concessione dell’ uso dell’ Arma. La risposta del Duca, redatta in carta pesante riportante sigillo cartaceo del Duca medesimo e da lui debitamente firmata ed interinata, non lascia dubbio circa l’ antichità e la nobiltà della famiglia: non si limita a concedere l’ uso in quanto arma la cui antichità è già notoria nel XVI secolo, ma riconosce ai Bertinotti il titolo di Signori di Balangero per tutta la loro discendenza maschile in infinito, non come concessione ex novo ma come semplice rinnovazione di un titolo esistente in capo all’ istante: è quindi corretto far risalire la nobiltà generosa accertata genealogicamente alla nascita di Francesco Bertinotti di Luigi nel 1558. Pare infatti che fin dalla metà del 1400, da quando cioè il monastero di San Mauro era stato commendato all’ abate Vasino Marabilia, tutti i Consignori abbiano smesso di versare l’ indennità dovuta per la concessione del feudo, mentre i Bertinotti continuarono puntigliosamente a rimettere la cifra fino alla metà del 1500 (Le carte degli archivi piemontesi, politici, amministrativi, giudiziari, finanziari, comunali, ecclesiastici e di enti morali, Fratelli Bocca, 1881), in ciò agevolati dalle esazioni e dalle gabelle che la concessione fruttava, restandone quindi gli unici titolari riconosciuti dal Sovrano. All’ Arma della famiglia Bertinotti, quindi, nel 1580 viene collegato il titolo nobiliare di Signore di un importante feudo come quello di Balangero. Interessante però, nell’ esergo della risposta del duca, l’ indicazioni dei Bertinotti come “già nobili della casa d’ Este”: è interessante perché è storicamente accertato che effettivamente gli Este esercitavano sovranità su quelle terre prima dei Savoia, è quindi plausibile che i Bertinotti venissero inviati dagli Este come nobili della Corte per amministrare il feudo, il che giustificherebbe la disponibilità economica di cui la famiglia disponeva per rilevarlo nel 1348 e la ricezione nobiliare da parte del Savoia come mero atto di riconoscimento di uno status precedente.
Verso la fine del XV secolo la famiglia si è trasferita dalle valli di Lanzo nel marchesato di Cureggio (F. Allegra, Borgomanero cronache di un Millennio, 1963), anche questo retto all’ epoca dagli Este e poi passato ai Savoia a fine XVIII secolo, e forse proprio in ragione di una antica fedeltà alla casata Estense si può spiegare l’ abbandono delle valli lanzesi per emigrare sui colli novaresi, oppure per un mutato assetto degli assetti economici della famiglia. E’ interessante notare come in tre dei cinque certificati di battesimo redatti in Cureggio durante la signoria marchionale estense figurassero come padrini dei primogeniti della famiglia Bertinotti i marchesi di Este rispettivamente nelle persone dei marchesi Ercole Filippo d’ Este padrino di Fiorentino Bertinotti (1590), Sigismondo d’ Este per Giulio Boezio Bertinotti (1615) e Sigismondo Francesco d’ Este, ultimo marchese di Borgomanero e Cureggio, per Francesco Maria Bertinotti nel 1711. Il parrinaggio battesimale, privilegio onorifico concesso dai marchesi in pochissime, sporadiche occasioni, dimostra il favore e l’ importanza della famiglia nel secolo estense del marchesato di Borgomanero e Cureggio (G. Colombo, La Storia di Borgomanero, 1978).

Proprio in questo periodo la famiglia Bertinotti, anche grazie a una oculata politica matrimoniale con le famiglie nobili e notabili del novarese, raccolse abbastanza denaro ed influenza per costruire, in Borgomanero, un grande convento in quartiere San Leonardo dove molti membri della famiglia conclusero i loro giorni, come devotamente registrato negli archivi del monastero (chiuso sotto il dominio naopoleonico) oggi conservati nella Collegiata di San Bartolomeo in Borgomanero (P. Zanetta, Ad Banchum Juris Burgi Maynerii, 1986). Tradizionalmente il cadetto della famiglia ricopriva l’ incarico di amministratore ed abate secolare del monastero.

Per quanto riguarda i legami familiari dei quali possiamo presentare documentazione genealogica, è interessante notare da un lato un’ accorta politica matrimoniale con alcune famiglie aristocratiche novaresi (contessa Clementina Marazza con Ludovico Bertinotti nel 1557, contessa Anna Maria Tornielli di Vergano con Francesco Bertinotti nel 1580, marchesa Marianna Fontana Ferrari Ardicini con Giulio Boezio Bertinotti nel 1637) e nel 1677 con Maria Cristina di San Giorgio, contessa di Pombia e Biandrate, che ha portato in dote un intero forziere di oro e rubini oltre al suo prezioso antichissimo sangue arduinico di stirpe reale. E’ anche interessante notare che, nell’ atto di battesimo di Stefano Baldassarre Bertinotti del 1640 è indicato come padrino il conte Giovanni Battista Fossati, abate commendatario, la cui antichissima famiglia comitale era all’ epoca al vertice del potere e dell’ influenza politica; anche questa una dimostrazione dell’ accuratezza nella scelta dei legami familiari, sia pure indiretti.
Dopo l’ estinzione della signoria Estense sul marchesato di Borgomanero i nuovi Signori, i Savoia, riconobbero a Gaspare Bertinotti, Signore di Balangero, l’ incarico di attuaro collegiato per la neo acquisita provincia di Borgomanero, con scrupolosa indicazione di tutti i municipi di competenza. Ci resta l’ originale del decreto di nomina, in pergamena con grosso sigillo in ceralacca incusso in custodia di piombo, firmato da Vittorio Amedeo III nell’ anno 1789. Ad esso incarico, come debitamente ricordato nella pergamena autografa del Sovrano, era collegato il titolo nobiliare di Nobile del Sacro Romano Impero per l’ insignito e per “lor figliuoli e descendenti in infinito”, aggiungendo quindi al titolo di Signore di Balangero anche quello di Nobile del Sacro Romano Impero.
Gaspare Maria Bertinotti sposa nel 1804 Anna Maria Baroli, dalla quale riceve in dote un grande appezzamento di terreno in prossimità di Piacenza, in località Baselicaduce. Probabilmente in quanto troppo distante dalla sua zona di residenza, oppure per devozione verso la casa d’ Asburgo (fedeltà da questo punto in poi mai rinnegata, e che causerà nel 1915 la perdita di tutte le fortune economiche della famiglia), Gaspare redige un fedecommesso testamentario. Va notato che il fedecommesso è istituto esclusivamente nobiliare con il quale il testatore dispone di beni immobili o fondiari per il periodo successivo alla propria morte. Su essi fondi Gaspare costituisce una commenda di juspatronato familiare per il Sacro Angelico Imperiale Ordine Costantiniano di San Giorgio, rifondato e retto dall’ arciduchessa Maria Luigia d’ Asburgo duchessa sovrana di Parma e Piacenza. La creazione di commenda di juspatronato familiare dell’ Ordine Costantiniano è sufficiente, secondo ogni massamario, per radicare in capo al rogante ed alla sua discendenza la nobiltà generosa. Contestualmente all’ erezione, e quindi al conferimento per motu proprio della Commenda dell’ Ordine Costantiniano, viene conferita a Gaspare anche la Grande Croce dell’ Ordine Imperiale di Leopoldo, onorificenza asburgica che comporta per l’ insignito del rango di Gran Croce l’ incarico di consigliere intimo nonché di cugino di Sua Maestà Imperiale Reale ed Apostolica e per lui e i suoi successori maschi in infinito il titolo di Conti dell’ Impero d’ Austria e del Regno Apostolico di Ungheria &c &c.
I discendenti di Gaspare mantennero il titolo comitale e la commenda di juspatronato fino alla annessione del Ducato parmense prima alle Province d’ Emilia e successivamente al Regno di Sardegna, nel 1860. La famiglia Bertinotti, ritenendosi sempre legata alle origini estensi e quindi alla casa d’ Asburgo, non volle in alcun modo appoggiare l’ occupazione del Ducato; all’ atto di incorporazione della Commenda Costantiniana della famiglia Bertinotti nel patrimonio dell’ Ordine Mauriziano, nel quale i beni costantiniani confluirono, Silvano Bertinotti non ritenne di aderire abbandonando le terre ed i mansi all’ amministrazione sarda senza prendervi alcuna parte. L’ Ordine mauriziano, non potendo avocarli in quanto commendati per fedecommesso, li alienò ad alcuni maggiorenti del nuovo notabilato locale.
Similmente non fu promossa alcuna opera di riconoscimento delle titolature nobiliari presso la corte sabauda, titolature che peraltro continuarono ad essere pacificamente utilizzate localmente.
Giovanni Bertinotti, nato a Fobello nel 1914 e tenuto a battesimo dall’ industriale automobilistico valsesiano Vincenzo Lancia, divenne nel dopoguerra un dirigente regionale del partito della Democrazia Cristiana assieme ad Achille Marazza, di cui fu intimo amico e collaboratore, oltreché legato da antichi intrecci familiari. Fu proprio il Marazza che trattò con Mussolini e con il cardinale Ildefonso Schuster la resa del Duce a Milano nel 1945. Benemerito della chiesa cureggese, il conte Giovanni Bertinotti donò il terreno su cui costruire l’ ACLI e l’ asilo nido per i bimbi del paese, e offrì l’ intero suo patrimonio per il restauro della chiesa arciparrocchiale e per l’ antico battistero cureggese risalente all’ XI secolo, oggi monumento nazionale.
Pierangelo Bertinotti, nato nel 1938 e coniugato con Maria Luigia Alliata (famiglia di Gozzano discendente dal ramo pisano degli Alliata che contò molti cavalieri dell’ Ordine di Santo Stefano Papa e Martire), è imprenditore alberghiero noto in tutta Italia. Per l’ attività di diffusione della cultura culinaria italiana all’ estero, dove è docente in vari istituti, è stato decorato del rango di Cavaliere Ufficiale al Merito della Repubblica.
Andrea Boezio Bertinotti, nato nel 1974, è capo della sezione sanitaria milanese del CISOM, corpo di soccorso del Sovrano Militare Ordine di Malta; è anche responsabile della formazione sanitaria dei volontari milanesi del CISOM, dei barellieri e delle sorelle. E’ editore di testi storico artistici, studioso di arte medievale ed archeologia industriale piemontese. Prima di dedicarsi all’ attività editoriale, dapprima per Franco Maria Ricci indi in proprio, ha ricoperto per diversi anni l’ incarico di Conservatore del Registro Fiat Italiano in Torino.

Hermandad Nacional Monárquica del Maestrazgo.

 
 

 
La Hermandad Nacional Monárquica del Maestrazgo se define como una entidad Cultural que defiende los valores tradicionales y las Instituciones y la Monarquía como la primera de estas, de ámbito nacional, con Delegaciones en otros países y que durante la transición política, participó activamente en la misma y en la Instauración de la Monarquía en España, siendo un referente del tradicionalismo político e ideológico desde la segunda mitad del pasado siglo. Fundada y presidida hasta su fallecimiento por el Ilmo. Sr. Don Ramón Forcadell i Prats, más conocido por “El Tigre del Maestrazgo” en memoria de su antecesor el General Carlista Don Ramón Cabrera i Griñó. Don Ramón Forcadell fue una indiscutible autoridad entre las filas tradicionalistas, que aglutinó en la Hermandad con base en el Maestrazgo a sus correligionarios y amigos, no solo de estas tierras, sino de otros muchos lugares y pueblos de toda España con implantación tradicionalista, aumentando sus bases e influencia a lo largo de su dilatada vida, hasta conseguir tener Delegaciones en todas las autonomías, provincias y en muchos pueblos de España, además de Argentina, Chile, Uruguay e Italia, entre otros países con menor presencia. Sin una clara diferenciación con su brazo político Unión Institucional y con su órgano de comunicación, la revista “MAESTRAZGO”, cuyo lema es “Sale cuando quiere y dice la verdad”, la Hermandad ha participado activamente en la vida política, a través de conferencias, encuentros, conmemoraciones y otros actos político-sociales, tanto en el propio Maestrazgo, como en Madrid, Barcelona, Tarragona y otras provincias y ciudades, con participación de oradores insignes y personalidades relevantes en la presidencia de tales eventos. En la actualidad la Hermandad, que pese a lo complicado de los tiempos y la indiscutible pérdida de valores de la sociedad actual, mantiene intacta la herencia ideológica que es su mayor patrimonio, está regida por una Junta Nacional Rectora, presidida por Don Francisco Rodríguez Aguado. La Hermandad Nacional del Maestrazgo se estructura internamente en Junta Nacional y su Comisión Ejecutiva Permanente con sede en Madrid, y las Juntas Regionales o Autonómicas, las Provinciales y las Locales, al frente de las cuales hay un Presidente-Delegado, las que disponen de total autonomía para la organización de actos y eventos y para alcanzar sus finalidades y objetivos propios. Para pertenecer a la Hermandad Nacional del Maestrazgo tan solo se exige compartir la ideología tradicional y la defensa de sus valores e Instituciones y en primer lugar la Corona y el Monarca que la representa. En reconocimiento a los méritos, trayectoria personal, o actividad en cualquier campo, la Hermandad Nacional del Maestrazgo, así como Unión Institucional, conceden y distinguen con la Gran Cruz al Mérito del Maestrazgo a sus miembros más cualificados y personalidades de reconocido prestigio tanto nacional como internacional. Por su trayectoria desde su fundación, finalidades y arraigo social, así como por su similitud en su estructura orgánica, actividad y protocolo con las Corporaciones Caballerescas y Nobiliarias, la Hermandad Nacional del Maestrazgo, ha venido a ser reconocida y conocida en los medios y publicaciones especializadas como una Corporación Caballeresca, tanto por su prestigio, como por el elenco de personalidades de los ámbitos cultural, científico, profesional, artístico o nobiliario y que encabeza Su Majestad el Rey, con el Título de Montero Mayor, en prueba de respeto y sumisión. La Hermandad entrega e identifica a sus Miembros y Hermanos de Hábito con un Título y la insignia de pertenencia en sus diversos grados por sus méritos y antigüedad. La insignia y distintivo de la Hermandad Nacional del Maestrazgo es un escudo de plata con una cruz llana de gules, acolado a las Aspas de Borgoña y timbrado de corona real cerrada. La Gran Cruz del Maestrazgo se compone de una cruz de ocho puntas, cantonado cada brazo por una flor de lis y cargada de un escusón con el emblema de la Hermandad. Desde que se constituyera en 1.962 bajo la advocación de la Virgen de la Piedad, la Hermandad Nacional Monárquica del Maestrazgo es una Institución cultural que promueve y defiende los valores tradicionales de ideología monárquica, no dinástica. Se trata de una Hermandad totalmente honorífica que en su día colaboró con la Instauración de la Monarquía en España, a la cual pueden pertenecer cuantas personas se sientan identificadas con sus principios. La Hermandad Nacional Monárquica del Maestrazgo, junto a Unión Institucional, concede la Gran Cruz al Mérito del Maestrazgo, la cual, por su trayectoria se considera una Corporación Caballeresca, en opinión de los especialistas más prestigiosos en el campo de las Ciencias Nobiliarias. En este sentido, se les otorga el privilegio de de ser distinguidas con la Gran Cruz al Mérito del Maestrazgo a aquellas personas, que teniendo gran prestigio social o profesional, tengan como denominador común compartir la ideología Monárquica Constitucional y defender y honrar al Monarca que la representa. http://hermandadnacionaldelmaestrazgo.blogspot.it/

 
 
Il Nob.Cav.Dott. Roberto Jonghi Lavarini,Walser Freiherr von Urnavas, "per il suo ventennale impegno internazionale in difesa della Tradizione europea e cristiana" (così nelle motivazioni ufficiali), è stato insignito della Gran Croce della Confraternita Nazionale Monarchica del Maestrazgo, massima onorificenza della storica e prestigiosa associazione patriottica e cavalleresca spagnola, voluta e fondata dai monarchici legittimisti spagnoli (carlisti) e dal Generalissimo Francisco Franco, a sostegno della "monarchia tradizionale e sociale".
 
 
 
 
Son miembros de la Hermandad Nacional Monárquica del Maestrazgo en España S.M. el Rey don Juan Carlos I de España, S.A.R. la Infanta doña Pilar -Duquesa de Badajoz- y S.A.R. la Infanta doña Margarita -Duquesa de Soria y de Hernani-, S.A.R. la Infanta doña Elena -Duquesa de Lugo- y S.A.R. la Infanta doña Cristina -Duquesa de Palma de Mallorca,- S.A.R. el Infante don Carlos de Borbón-Dos Sicilias y de Borbón-Parma -Duque de Calabria, Conde de Caserta y Jefe de la Casa Real de Borbón-Dos Sicilias-, la Excma. Sra. doña Esperanza Aguirre -Presidenta de la Comunidad de Madrid-, el Excmo. y Rvdmo. Mons. Antonio María Rouco Varela -Arzobispo de la archidiócesis de Madrid y Presidente de la Conferencia Episcopal Española-, el Excmo. y Rvdmo. Mons. Carlos Amigo Vallejo O.F.M. -Arzobispo Emérito de Sevilla-, etc.
 
 

Fernando Crociani Baglioni




Curriculum vitæ et studiorum
Conte Cav.Gr.Cr. Prof. Fernando Crociani Baglioni
 
 
Nato a Roma il 20 gennaio. Residente in 00154 Roma, via dei Conciatori, 3.
E-mail: crociani.baglioni@libero.it  Tel. uff. 06.688831 e diretto 06.68883.327
Stato civile e canonico libero. Cattolico praticante: Parrocchie di San Benedetto e di San Saba, Cappella palatina di S. Giovanni Battista del S.M.O. di Malta – piazza del Grillo.
Uomo di lettere, giornalista, scrittore, istoriografo, araldista, genealogista. Esperto di Diritto nobiliare e cavalleresco, e scienze ausiliarie della storia.
Già docente di Araldica presso l’Università dei 50&Più di Roma. Membro effettivo del Collegio Araldico. Collaboratore della Rivista Araldica da 30 anni,  ha redatto per il Corpo della Nobiltà Italiana 2000 interventi in 5 anni. Autore di numerose pubblicazioni storiche e di storia familiare e locale. Presidente dell’Istituto di Studi Storici Beato Pio IX.
Con Decreto del Ministro dell’Interno del 3 ottobre 2007, D.P.R. 3 novembre 2000 n.396, la famiglia Crociani aggiunge al proprio cognome quello di Baglioni “famiglia di condottieri e signori del Rinascimento italiano”, dell’ava Cecilia Baglioni (1822-1895), consorte di Simone Cruciani (1811-1891).

Professione:
giornalista, funzionario del sistema Confcommercio Imprese per l’Italia. In atto si occupa di Attività internazionali Enasco: con la Commissione Europea, il Parlamento Europeo e le primarie Organizzazioni internazionali, 40 anni di servizio.
Studi:
  • Pontificia Università Gregoriana, Diploma di lingua e letteratura spagnola.
  • Università “pro Deo”, Laurea in Scienze Politiche.
  • Université Européenne “Jean Monnet” – Bruxelles, Doctorat in Scienze Storiche.
  • Doctor Honoris Causa en Ciencias Politicas y Sociales, Istituto Sudamericano de Investigación y desarrollo (ISID), Universidad de Buenos Aires, República Argentina (2011).
  • Giornalista, iscritto all’Ordine nazionale dal 1990 (tessera n. 124437).
  • Dedito agli studi politici, storici, umanistici, giuridici e sociali, ha conseguito vari
  • Master europei, corsi e specializzazioni (presso Ministero degli Affari Esteri, Istituto di Studi Diplomatici, Fondazione Europea Dragan, Università degli Studi di Roma La Sapienza, Terza Università di Roma – Facoltà di Scienze Politiche, Istituto di Studi Giuridici Internazionali, Commissione Europea – Bruxelles).
  • Ha conseguito i Diplomi di Archivista e di Bibliotecario (Ministero per i Beni Culturali).
  • Ha conseguito due diplomi di primo soccorso (Università di Roma La Sapienza Facoltà di Medicina e Chirurgia e Direzione Servizi Sanitari della Polizia di Stato).
  • Conoscenza di inglese, francese, spagnolo e portoghese.
  • Ha pubblicato anche successivamente all’anno 2005, opere storiche ed innumerevoli saggi, monografie, ricerche ed atti di convegni storici, politici e di scienze ausiliarie della storia., con 9 titoli in Sbn-Opac (Servizio biblioteche nazionali):
-          Turriziani alias Colonna. Editrice Zauli. Roma, 2005. (opera storica).
-          Labaro e Medagliere. Laurum Editrice. Pitigliano (Gr), 2008. (opera storica).
-          Essere anziano oggi. Rapporto sulla condizione anziana oggi in Italia. Edizioni 50& Più Fenacom Confcommercio. Roma. In rispettivi volumi per gli Anni dal 1996 al 2008. Roma. (in collaborazione col CENSIS).”
- Quale collaboratore del Forum del Corpo della Nobiltà Italiana, scrisse in 5 anni (anni 2005-2008) migliaia di interventi, recensioni, articoli e saggi a soggetto storico (storia medievale, ecclesiastica, moderna e contemporanea).
Onorificenze e titoli:
  •   Grande Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana (2005).
  • Pubblica Benemerenza della Protezione Civile.
  • Membro dell’Academie belgo-espagnole de Histoire (Bruxelles – Madrid) (2005), dell’Academia de Letras e Artes de Portugal ( Lisboa) ( 2005 ), dell’Instituto Historico Naval Luiz I de Portugal (Lisboa) (2007) e Ballestero Hijodalgo de S. Felipe y Santiago (Segovia, España ) (2008).
  • Medaglia al Merito del Sovrano Militare Ordine di Malta “Terremoto Abruzzo 2009” (2011).
  • Grã-Cruz de São Tomè (São Tomé e Principe) ( 2007 ).
  • Diploma al Merito della Croce Rossa Italiana ( 2007 ).
  • Medaglia di Bronzo al Merito della Croce Rossa Italiana (2008).
  • Medaglia al Merito della Croce Rossa Italiana per la Missione Internazionale in Iraq 2003-2006.
  • Medaglia  al Merito della Croce Rossa Italiana “Emergenza sisma Abruzzo 2009  (2011).
  • Médaille de la Ville de Paris – République Française ( 2008 ).
  • Grand-Croix Etoile de la République Democratique du Congo ( 2008 ).
  • Onorificenza Republic of the Gambia ( 2008 ).
  • Decorazione giubilare del Sovrano Militare Ordine di Malta  CL° de N.D. de Lourdes (2008).
  • Medaglia d’Oro Lauretana e Croce Lauretana della Delegazione Pontificia di Loreto (ai Barellieri  del Sovrano Militare Ordine di Malta per l’assistenza ai pellegrini ammalati ) (2008 e 2011).
  • Grã-Cruz da Ordem de S. Miguel da Ala (Portugal) (2010).
  • Collar del Maestrazgo (España) (2011).
  • United Nations International Mission in Haiti Medal 2011.
  • United Nations International Mission in République Démocratique du Congo 2011.
  • Pubblica Benemerenza della Presidenza del Consiglio dei Ministri per la Protezione Civile-terremoto d’Abruzzo 2009 (2011).
  • Volontario del Gruppo ABC assistenza – beneficenza – carità della Delegazione di Roma del Sovrano Militare Ordine di Malta: per soccorrere (pasti caldi, farmaci, indumenti) gli emarginati nelle stazioni ferroviarie romane Termini e Tiburtina ( dal 2006 ).
  • Volontario del CISOM e addetto stampa – Corpo Italiano Soccorsi Sovrano Militare Ordine di Malta (impegnato con la Protezione Civile per i soccorsi alle popolazioni terremotate abruzzesi, in quattro successivi turni di servizio) (2009).
  • Corsi della Fondazione Europea Dragan – Roma negli Anni Accademici : 2005-2006, 2006-2007, 2007-2008, 2008-2009, 2009-2010, 2010-2011.
  • Medaglia del Sovrano Militare Ordine di Malta commemorativa terremoto d’Abruzzo 2009 (2011)
  • Croce della CRI commemorativa terremoto d’Abruzzo 2009 (2011)
  • Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine Equestre di S. Gregorio Magno (1993).
  • Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine Equestre del S. Sepolcro di Gerusalemme (1996), Cavaliere al Merito del S. Sepolcro (1970) , Conchiglia del Pellegrino (1970) e decorazione del Grande Giubileo (2000).
  • Cavaliere di Grazia e Devozione del Sovrano Militare Ordine di Malta (1983), barelliere ai Pellegrinaggi a Lourdes e a Loreto, addetto al cerimoniale del Gran Priorato di Roma, già Presidente del Comitato Romano degli Aiuti Internazionali.
  • Cavaliere di Gran Croce di Giustizia del S.M.O. Costantiniano di S. Giorgio, España (1994), già Consigliere Segretario per l’Italia della R. Deputazione.
  • Gran Cordone dell’Ordine della Polonia Restituta ( Londra, 1979).
  • Grà Cruz da Real Ordem de Sào Miguel da Ala (Casa Real de Bragança, Portugal, 2010).
  • Grand’Ufficiale dell’Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro (2004).
  • Grand’Ufficiale dell’Ordine al Merito Civile di Savoia (1989).
  • Cavaliere dell’Ordine della Corona d’Italia (motu proprio di S.M. Re Umberto II, 1979, alla quarta generazione nell’ascendenza Crociani).
  • Cavaliere dell’Ordine del Merito sotto il titolo di S. Giuseppe (1996).
  • III Grado Ordine di Danilo I del Montenegro (2005).
  • Palme d’Or Cordon Arts-Lettres Encouragement Public (France) (2000).
  • Collare della Stella al Merito della Repubblica Somala  (Transition National Government) (2003).
  • Antica Guardia Palatina d’Onore di Sua Santità (1962 – 1970).
  • Cruz de la Paz de Franco (1964).
  • Croce pro Ecclesia et Pontifice (1970).
  • Medaglia Pontificia Benemerenti (1968).
  • Croce Pontificia Lateranense di I classe. (1968).
  • Medaglia d’Argento del Concilio Ecumenico Vaticano II. (1965).
  • Croce d’Oro sacri itineris hierosolymitani. (1970).
  • Medaglie di Benemerenza per il Grande Giubileo del 2000, Pontificia Commissione SCV.
  • Medaglia di Benemerenza del S.M.O. di Malta Grande Giubileo 2000.
  • Medaglia imperiale di II classe della Croce Rossa Giapponese (1990).
  • Brandemburg Elbeflut-Medaille Deutschland 2002 (2002).
  • Croce di I gr. Croce Rossa della Repubblica di San Marino (2004).
  • Medaglia di Benemerenza, 2 Medaglie al merito di servizio, Medaglia della Fedeltà  e Placca di Hautecombe per la guardia d’Onore al Pantheon (1983).
E’, inoltre:
  • Membro Effettivo del Collegio Araldico (1982) .
  • Membro vitalizio dell’Istituto per la Storia del Risorgimento Italiano (1984).
  • Accademico Pontificio Cultorum Martyrum (2000).
  • Membro di Comitato a.h. del Pontificio Consiglio per i Laici. (Giubileo anno 2000).
  • Presidente dell’Istituto di Studi Storici Beato Pio IX ( dal 2000).
  • Presidente di Patria e Libertà Centro Studi Storici e Politici Internazionali (2008).
  • Presidente del Gruppo Umbria Mistica ed Artistica (2009).

venerdì 31 maggio 2013

GOLF PEOPLE CLUB MAGAZINE

 

 
Nella foto, da sinistra: Massimiliano Prati, Fulvio Moneta Caglio de Suvich di Bribir, Roberto Jonghi Lavarini, Stefano Masullo, Roberto e Norma Avanzo, Veronica Jonghi Lavarini Corradone, Paola Galante, Maria Teresa Cerati Marcosano, Cristina Jonghi Lavarini.




mercoledì 22 maggio 2013

Roberto Jonghi su Golf People.

NEWS. GOLF PEOPLE CLUB HOUSE – SALOTTO BORELLI

Roberto Jonghi Lavarini, 40 anni, sposato con due figlie, dopo la Laurea in Scienze Politiche presso l’Università Statale di Milano, ha conseguito diversi master e corsi di formazione (comunicazione, giornalismo, amministrazione), lavora come consulente immobiliare nella storica impresa di famiglia (Società Edificatrice Immobiliare Milanese, fondata dal nonno nel 1927), si occupa soprattutto di compravendita (in Lombardia, Piemonte, Liguria e Toscana) e ristrutturazioni edili. In vista della Esposizione Universale di Milano 2015, insieme all’amico Prof. Massimo Grecchi ed altri docenti universitari, ha dato vita al “laboratorio culturale futurista” Sinergie ed al “gruppo progettuale metropolitano” Altavia. E’ attivo socio di diverse associazioni professionali e di categoria ma anche di importanti ordini cavallereschi, associazioni culturali e di volontariato. Per anni è stato politicamente impegnato come dirigente della “destra milanese”, ricoprendo incarichi istituzionali in comune e regione. Attualmente collabora con alcune testate giornalistiche e partecipa come “libero opinionista” a varie trasmissioni televisive.

giovedì 18 aprile 2013

robertojonghi.it

Roberto Jonghi Lavarini ha 40 anni, è felicemente sposato con Veronica ed ha due figlie di 11 e 6 anni, Beatrice e Ludovica. Laureato in Scienze Politiche alla Università Statale di Milano, lavora come consulente immobiliare (compravendita e ristrutturazioni) nella società di famiglia ed è iscritto a diverse associazioni di categoria.
Cristiano Cattolico praticante, fedele alla Tradizione, è Cavaliere dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro e Volontario del Corpo Italiano di Soccorso del Sovrano Militare Ordine di Malta. Appassionato di storia, cultura, araldica, tradizioni religiose e popolari, enogastronomia e sagre paesane, è molto legato alle radici ed alla identità Walser (tedesco-vallese) della propria famiglia e fa parte del gruppo folkloristico del suo paese di origine, Ornavasso.
Da sempre coerente militante di destra, è stato: Segretario del Fronte della Gioventù di Milano, Dirigente Provinciale del Movimento Sociale Italiano, Dirigente Regionale di Alleanza Nazionale e della Fiamma Tricolore della Lombardia, Consigliere Circoscrizionale e Presidente della Zona Porta Venezia, per due volte candidato alla Camera dei Deputati come Indipendente ne La Destra.
Attualmente, per scelta, non ricopre alcuna carica politica e non è iscritto a nessun partito ma collabora con svariate associazioni culturali e testate giornalistiche, partecipando a diverse trasmissioni televisive come opinionista.

giovedì 21 marzo 2013

ROBERTO JONGHI LAVARINI


Agenzia ITALIA INFORMA: Chi è ROBERTO JONGHI LAVARINI

Milano, 21 marzo 2013


Roberto Jonghi Lavarini ha 40 anni, è felicemente sposato con Veronica ed ha due figlie di 11 e 6 anni, Beatrice e Ludovica. Laureato in Scienze Politiche alla Università Statale di Milano, lavora come consulente immobiliare nella società di famiglia ed è iscritto a diverse associazioni di categoria. Cristiano Cattolico praticante, fedele alla Tradizione, è Cavaliere dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro e Volontario del Corpo Italiano di Soccorso del Sovrano Militare Ordine di Malta. Appassionato di storia, cultura, araldica, tradizioni religiose e popolari, enogastronomia e sagre paesane, è molto legato alle radici ed alla identità Walser (tedesco-vallese) della propria famiglia e fa parte del gruppo folkloristico del suo paese di origine, Ornavasso. Da sempre coerente militante di destra, è stato: Segretario Provinciale del Fronte della Gioventù di Milano, Dirigente Provinciale del Movimento Sociale Italiano, Dirigente Regionale di Alleanza Nazionale della Lombardia, Consigliere Circoscrizionale e Presidente della Zona Porta Venezia, per due volte candidato alla Camera dei Deputati come Indipendente ne La Destra. Attualmente, per scelta, non ricopre alcuna carica politica e non è iscritto a nessun partito ma collabora con diverse testate giornalistiche e partecipa a diverse trasmissioni televisive come opinionista.

INFO: www.robertojonghi.it CONTATTI: robertojonghi@gmail.com

giovedì 7 marzo 2013

Roberto Jonghi Lavarini ad Antenna 3 Lombardia.

Roberto Jonghi Lavarini, ancora una volta, ospite della trasmissione televisiva "Forte e Chiaro" del giornalista Roberto Poletti, come "libero opinionista di destra": mercoledì prossimo, 13 marzo, dalle ore 21.00 alle ore 23.00, su Antenna 3 Lombardia.

mercoledì 23 gennaio 2013

Roberto JONGHI con la DESTRA.

mercoledì 23 gennaio 2013


Roberto JONGHI con la DESTRA.

 
ROBERTO JONGHI LAVARINI: 40 anni, felicemente sposato con Veronica, due figlie (Beatrice e Ludovica, di 11 e 6 anni), Laureato in Scienze Politiche, Consulente Immobiliare, Cristiano Cattolico praticante, aristocratico nazionalpopolare, fedele alla Tradizione, attivo in diverse associazioni (professionali, culturali, sociali e di volontariato), in sodalizi patriottici ed ordini cavallereschi. 26 anni di coerente militanza nella destra, è stato: Segretario Provinciale del Fronte della Gioventù di Milano, Dirigente Provinciale del Movimento Sociale Italiano di Giorgio Almirante, Dirigente Regionale di Alleanza Nazionale e della Fiamma Tricolore di Pino Rauti, Consigliere Circoscrizionale del Comune di Milano e Presidente della Zona Porta Venezia. Attualmente non è iscritto a nessun partito e sostiene ITACA, il progetto unitario e costituente, di Marcello Veneziani, per il rilancio culturale e politico della destra italiana. A queste elezioni 2013 è candidato alla camera dei deputati come INDIPENDENTE nelle liste de LA DESTRA di Francesco Storace. INFO: www.robertojonghi.it -  CONTATTI: robertojonghi@gmail.com
 
Contro la plutocrazia mondialista, la sinistra comunista e giacobina, il trasformismo della partitocrazia, i parassiti della casta, il relativismo e la decadenza dell’occidente. In difesa della nostra Civiltà Europea e Cristiana, della giustizia sociale, della sicurezza e del benessere del nostro popolo. A sostegno della sana borghesia produttiva del nord, delle famiglie e delle imprese italiane, della meritocrazia, del rinnovamento della classe dirigente, del presidenzialismo e del federalismo fiscale. Ma per cambiare davvero servono uomini liberi, coerenti e coraggiosi, Valori forti, idee chiare ed azioni decise. Per questo, con patriottico senso del dovere e cavalleresco spirito di servizio, per amore delle mie figlie, mi sono candidato, come indipendente, con La Destra di Francesco Storace, nella rinnovata coalizione di centro-destra. F.to Roberto Jonghi Lavarini - robertojonghi@gmail.com